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Carmen “Carmen”, è uno spettacolo che pretestuosamente racconta, attraverso le vicende ben conosciute di questo dramma, la vita di ognuno di noi. La vita che abbiamo vissuto, la vita che abbiamo sognato, la vita che in fondo ci siamo guadagnati e ci ritroviamo a vivere. Lo spettacolo prende spunto dal romanzo di Mérimée e ribadisce il concetto tragico del fato come potenza irresistibile che travolge i personaggi, al di là delle loro intenzioni iniziali, doveri e ragionevolezze. La ragione a discapito del cuore che prendendo il sopravvento crea sottili trame e infausti finali. Il gioco della vita, il non saper dare ascolto alle proprie emozioni si sviscera attraverso un percorso a volte buio e a tratti estremamente luminoso per cercare di renderci consapevoli che tutto va vissuto con immensa intensità. Ma sembra che la vita ci ponga dei limiti e questo ci impedisce di leggere tra le righe, di scrutarci dentro, rischiando così di non capire fino in fondo l’importanza del nostro esistere, limitandoci così in quello che dovrebbe essere un immenso rapporto d’amore con chi ci è vicino. L’arroganza, la diffidenza, la gelosia ci abbagliano togliendoci quella visuale che ci dovrebbe permettere di vedere oltre il “nostro”, oltre quella che a forza noi riteniamo essere la nostra sacra vita di convenienza. E’ paradossale quindi pensare che un dramma come quello di “Carmen” possa essere letto in chiave positiva. Indubbia è la terribile sorte che spetta alla protagonista, ma in questa trasposizione ho voluto rendere questo finale un po’ meno crudo, pensando di voler trasmettere attraverso questo sacrificio, il concetto di “possibilità” che ognuno di noi ha di poter cambiare per certi versi il proprio destino. Crollano dunque le maschere e le varie personalità degli interpreti entrano in conflitto tra loro, creando il gioco della sovrapposizione emozionale nell’intento di fare emergere una nuova consapevolezza. Ecco quindi giustificato il sacrificio di Carmen, che se da una parte può sembrare violento ed eccessivo, dall’altra sta a sottolineare una dura ma concreta presa di coscienza nel voler abbandonare quel lato di sè tanto indesiderato, a favore di un nuovo sentire, più passionale, più vero, più consono al proprio bisogno d’essere.
Marco Guyon ![]() |
![]() Locandina "Carmen"
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